Il tasso di attualizzazione nelle valutazioni d’azienda con il metodo DCF

Angelo Fiori – Maggio 2014
Articolo pubblicato su Commercialista telematico il 16 giugno 2014
 

Il metodo DCF (Discounted Cash Flow), affermato da tempo come uno dei principali metodi nelle valutazioni d’azienda, viene qui affrontato nella versione “asset side”. Il metodo DCF è basato sulla attualizzazione dei flussi di cassa prospettici; nella versione asset side si valuta l’azienda nel suo complesso, cioè EV Enterprise value. Il valore dell’Equity viene quindi ottenuto sottraendo al valore dell’azienda (EV) la cd Leva finanziaria, dato dall’indebitamento aziendale di finanziamento.

Nell’attualizzazione dei flussi di cassa si utilizzano le note formule della matematica finanziaria, Microsoft excel viene in aiuto sul piano operativo mettendo a disposizione le formule VAN e VA. La determinazione del tasso di attualizzazione deve tenere conto del fattore rischio, legato alla attività imprenditoriale da cui derivano i flussi di cassa da attualizzare. I flussi di cassa sono divisi, dalla formula di calcolo dell’azienda con il metodo DCF, in due gruppi: (a) i flussi di cassa derivati dai piani aziendali, normalmente a 3 – 5 anni; (b) flussi di cassa a più lungo termine, spesso all’infinito, che determinano il cd TV Terminal value

Nella pratica valutativa, quando si considera l’ottica asset side, viene normalmente utilizzato come tasso da attualizzare il WACC (Weighted Average Cost of Capital). La formula del WACC prende in considerazione separatamente il rischio cui è soggetto l’Equity e il rischio cui è soggetta la leva finanziaria e fornisce quindi i tassi per ciascuna delle 2 componenti. Infatti, nell’ottica asset side, si remunerano sia il Capitale proprio (Equity), sia il Capitale di terzi (Leva finanziaria). La formula quindi media  i due tassi tenendo conto del peso delle rispettive componenti. Equity e Leva.

Nel calcolo della componente Equity vengono presi in considerazione i rischi legati all’attività imprenditoriale, partendo dal tasso di un rischio praticamente privo di rischio (normalmente titoli di Stato di economie solide e affidabili) e aggiungendo un premio per il rischio aziendale (MRP = Market Risk Preminum), corretto da un coefficiente Beta di rischiosità più specifica del settore e/o dell’azienda

Il calcolo della componente Leva (Indebitamento aziendale di finanziamento) tiene conto: (a) tassi di interesse di mercato; (b) rischio di insolvenza dell’azienda, ove possibile desunto dal suo rating; (c) beneficio fiscale derivante dall’indebitamento

A conclusione, vengono indicati alcuni suggerimenti di carattere pratico per il perito valutatore

Segue……..

 

L’articolo è stato pubblicato su Il Commercialista telematico il 16 giugno 2014

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